ELISA MARIOTTI
Fotografare è invadere.
E' aprire un varco, creare un contatto.
E' lasciare che le storie che incontro mi investano, con tutta la forza che contengono.
E' imparare a non opporre resistenza. E' accettare di farsi contenitore, di lasciarsi attraversare.
Non i fatti ma le connessioni, i significati dei fatti, sono ciò che cerco, nel tentativo di comprendere la complessità di quello che vedo. Spesso le mie immagini non danno risposte, non ne hanno.
Mi muove il forte sentire, l'umanità, la paura, la fragilità, la meraviglia.
La mia fotografia è la materializzazione dell'urgenza di far pace con il senso di ingiustizia che provo nell'essere una privilegiata.
Così seguo linee invisibili che mi portano, spesso, a costruire relazioni negli spigoli della struttura sociale, incontri che possono risolversi nello spazio di un istante, ma possono anche rappresentare un prima e un dopo nella mia ed altrui vita. Condividendo il campo della propria personale battaglia, fotografo e fotografato si fanno mezzo. Non ci sono sconfitti, il gioco si fa perfetto.
