Nata nel 1972, ho una formazione tecnico scientifica e mi piace definire la fotografia come il mio secondo lavoro non retribuito.
Da adolescente ho iniziato a frequentare la camera oscura. Nel 2017 sono entrata in un gruppo fotografico locale ed è iniziato il mio attuale percorso fotografico. Nel corso degli anni ho partecipato a workshop e corsi di fotografia, arti visive e storia della fotografia.
Attualmente, mentre proseguo i miei studi, sto lavorando su due progetti a lungo termine: "A Letter From Home", su una comunità residenziale italiana di recupero dalla droga e "Yes, we do", con cui cerco di colmare il divario di genere fotografando le donne che fanno lavori o attività "normalmente" riservatI agli uomini.
Non i fatti ma le connessioni, i significati dei fatti, sono ciò che cerco, nel tentativo di comprendere la complessità di quello che vedo. Le mie immagini non danno risposte, non ne hanno.
Mossa dall’umanità, dalla paura, dalla fragilità, sono attratta dalla fotografia documentaria e dai temi sociali. Così seguo linee invisibili che mi portano a costruire relazioni negli spigoli della struttura sociale, incontri che possono risolversi nello spazio di un istante, ma anche rappresentare un prima e un dopo nella mia ed altrui vita. Condividendo il campo della propria personale battaglia, fotografo e soggetto si fanno mezzo. Non ci sono sconfitti, il gioco si fa perfetto.
