Nata nel 1972, ho un background tecnico e considero la fotografia il mio secondo lavoro, seppur non retribuito.
​
Guidata da principi che tutelano i diritti umani, mi occupo di fotografia documentaria e di questioni sociali, con progetti principalmente a lungo termine, nel tentativo di comprendere la complessità delle dinamiche reali.
​
Attualmente, oltre a “A letter from home”, progetto sul percorso riabilitativo di un gruppo di residenti di San Patrignano, comunità di recupero per personde con problemi legati alla tossicodipendenza, sto concludendo anche a "YES, WE DO", con cui affronto il gap di genere fotografando donne che hanno fatto o fanno lavori o attività di norma riservati agli uomini.
​
​
Seguo spesso linee invisibili che mi portano a costruire relazioni negli spigoli della struttura sociale, incontri che possono risolversi nello spazio di un istante, ma anche rappresentare un prima e un dopo nella mia ed altrui vita. Condividendo il campo della propria personale battaglia, fotografo e soggetto si fanno mezzo. Non ci sono sconfitti, il gioco si fa perfetto.
